Trattamento con brentuximab vedotin di pazienti con linfoma T anaplastico a grandi cellule sistemico ricaduto o refrattario: follow-up a 3 anni

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A cura di: Giovanni Pizzolo, Massimiliano Bonifacio

Il linfoma anaplastico a grandi cellule sistemico (sALCL) è un sottotipo aggressivo di linfoma T a cellule mature caratterizzato dall’espressione dell’antigene CD30. Oltre la metà dei pazienti trattati in prima linea con chemioterapia convenzionale va incontro a recidiva di malattia, con una prognosi molto sfavorevole (sopravvivenza mediana 7 mesi). L’anticorpo monoclonale anti-CD30 brentuximab vedotin (BV), immunoconiugato con l’agente antineoplastico monometilauristatina E, è stato impiegato in uno studio di fase II su 58 pazienti con sALCL ricaduto o refrattario.

Al congresso ASH 2013 è stato presentato un aggiornamento dei risultati di questo studio, con un follow-up mediano di 33,4 mesi. Si tratta di pazienti con caratteristiche sfavorevoli: il 62% aveva una malattia resistente alla chemioterapia e il 26% aveva fallito un precedente trapianto autologo. Il trattamento è consistito nell’infusione di BV 1,8 mg/kg ogni 3 settimane in infusione endovenosa di 30 minuti, per un massimo di 16 cicli. In 50 pazienti (88%) si è documentata una risposta clinica, mantenuta per un tempo mediano di 13 mesi. In 34 pazienti (59%) si è ottenuta la remissione completa, che è durata per un tempo mediano di 26,3 mesi.

Il rate stimato di sopravvivenza a 3 anni è del 63%, anche se la sopravvivenza mediana per i pazienti che non hanno ottenuto la remissione completa è stata di soli 7,7 mesi. Dopo il trattamento con BV, 17 pazienti sono stati sottoposti a trapianto (9 allogenico, 8 autologo): in questo gruppo di pazienti la PFS mediana non è stata ancora raggiunta, mentre è stata di 18,4 mesi per i pazienti che, ottenuta la remissione completa, non hanno ricevuto un consolidamento trapiantologico.

Il trattamento con BV è stato ben tollerato e la maggior parte dei pazienti ha manifestato eventi avversi di grado lieve o moderato: neuropatia periferica (41%), nausea (40%), fatigue (38%), febbre (34%), diarrea (29%), rash (24%), stipsi (22%) e neutropenia (21%).

Gli autori hanno quindi confermato i risultati preliminari di questo studio, dimostrando che BV è in grado di determinare elevate percentuali di risposta in pazienti con sALCL ricaduto o refrattario, e che i pazienti che ottengono una remissione completa hanno un significativo beneficio in termini di sopravvivenza.

 

Referenza: Pro B, Advani RH, Brice P. Blood November 15, 2013 vol.122 no.21: 1809.

Link: https://ash.confex.com/ash/2013/webprogram/Paper57591.html

 

A cura di:

Università degli Studi di Verona, Professore Onorario di Ematologia, già Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia, della UOC di Ematologia e del Dipartimento di Medicina

Giovanni Pizzolo and Giuseppe Carli
Giovanni Pizzolo
Università degli Studi di Verona, Professore Onorario di Ematologia, già Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia, della UOC di Ematologia e del Dipartimento di Medicina
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