Elacitarabina , nuova formulazione di ARA-C, non migliora l’outcome nella LAM recidivata
A cura di: Felicetto Ferrara
La cosiddetta “Lipid Vector Technoloy” (LVT) è una nuova tecnologia sviluppata allo scopo di migliorare l’efficacia di diversi farmaci e di ridurne gli effetti collaterali, creando composti farmaco-vettore lipidico. Su questa base è stata prodotta una nuova formulazione di citarabina (elacitarabina, nome commerciale Elacyt) che, su base teorica, dovrebbe essere in grado di bypassare la multiple drug resistance (MDR) ed indurre minore tossicità extra-ematologica (Figura I). In particolare, a differenza dell’ARA-C convenzionale, elacitarabina non necessita del vettore proteico hENT1 per attraversare la membrana dei blasti di leucemia mieloide acuta (LAM) (Figura II) con conseguente maggiore e più rapido accumulo intracitoplasmatico del farmaco.
Figura I: Elacitarabina: formulazione
Figura II: Superamento della MDR con elacitarabina, che non necessita del vettore hENT1
In studi di fase 1-2 il farmaco è stato sperimentato in pazienti con LAM con risultati promettenti (DiNardo CD et al, 2013)[ilink url=”http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23902239″ style=”tick”]PubMed[/ilink] , tanto che è stato proposto e realizzato uno studio “company sponsored” di fase 3 in pazienti con LAM recidivata o refrattaria, recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology (Roboz GJ et al, 2014)[ilink url=”http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24841975″ style=”tick”]PubMed[/ilink] . In questo trial, 381 pazienti sono stati randomizzati a ricevere elacitarabina o un regime alternativo a scelta del clinico (“best investigator’s choice”); è da sottolineare che in quest’ultimo braccio sono stati adottati ben sette regimi di chemioterapia, a dimostrazione della mancanza di uno standard terapeutico nella LAM in recidiva (Ravandi F, 2013)[ilink url=”http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=3.%09Ravandi+F.+Relapsed+acute+myeloid+leukemia%3A+Why+is+there+no+standard+of+care%3F” style=”tick”]PubMed[/ilink] .
Le conclusioni dello studio sono state negative; infatti le percentuali di remissione completa e di remissione completa con incompleto recupero ematologico sono risultate sovrapponibili nei due bracci, come pure la mortalità collegata alla terapia. Nessuna differenza è stata inoltre dimostrata in termini di sopravvivenza globale (3,4 mesi per elacitarabina verso 3,2 mesi per la terapia convenzionale), come mostrato nella Figura III. Il trial ancora una volta enfatizza la difficoltà nel reperire nuovi agenti realmente efficaci nella terapia delle LAM ad alto rischio, in particolare nei pazienti con malattia recidivata o refrattaria.
Figura III: Stima della sopravvivenza globale con elacitarabina verso investigator’s choice nella popolazione intention-to-treat
Bibliografia
- DiNardo CD, O’Brien S, Gandhi VV, Ravandi F. Elacytarabine (CP-4055) in the treatment of acute myeloid leukemia. Future Oncol 2013;9:1073-1082.
- Ravandi F. Relapsed acute myeloid leukemia: Why is there no standard of care? Best Practice & Research Clinical Haematology 2013;26:253–259.
- Roboz GJ, Rosenblat T, Arellano M, Gobbi M, Altman JK, Montesinos P, O’Connell C, Solomon SR, Pigneux A, Vey N, Hills R, Jacobsen TF, Gianella-Borradori A, Foss O, Vetrhusand S, Giles FJ. International Randomized Phase III Study of Elacytarabine Versus Investigator Choice in Patients With Relapsed/Refractory Acute Myeloid Leukemia. J Clin Oncol 2014 May 19. pii: JCO.2013.52.8562 (epub ahead of print).
A cura di:
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli