Nei pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) in fase precoce di malattia, l’espansione di una sottopopolazione di linfociti T a fenotipo “senescente” CD8+ e PD-1+ correla con la presenza di una inversione del rapporto CD4:CD8 e con una malattia clinicamente più aggressiva. Queste le conclusioni di uno studio immunofenotipico (Nunes C et al. Clin Cancer Res, 2012, 18; 678–87) condotto su 110 pazienti con LLC in fase precoce non trattata, nei quali è stata analizzata la presenza di alterazioni del compartimento T cellulare e il loro ruolo nella progressione della malattia.
Come descritto precedentemente, una inversione del rapporto CD4:CD8 è stata riscontrata in una proporzione significativa dei pazienti (52 su 110, 47%), in conseguenza di un aumento del numero totale di linfociti CD4+ e CD8+, con una espansione preferenziale di cellule CD8+. I pazienti con inversione del rapporto CD4:CD8 mostravano anche un’alterazione del compartimento CD8+, con riduzione delle sottopolazioni naive ed espansione degli effettori differenziati, in particolare del subset CD8+PD-1+. Tale espansione, invece di fornire una maggiore protezione dagli agenti patogeni ed eventualmente anche un maggiore controllo immunologico sulla cellule tumorali, appariva associata ad una prognosi peggiore: il gruppo con rapporto CD4:CD8 invertito mostrava un tempo al primo trattamento e una sopravvivenza libera da progressione significativamente più corte rispetto ai pazienti senza inversione del rapporto CD4:CD8.
«L’espressione di PD-1 è stata recentemente associata con un fenotipo CD8 senescente con ridotte capacità replicative e tendenza all’apoptosi nei topi con AML disseminata», scrivono gli autori della ricerca. «Per questa ragione abbiamo voluto analizzarne l’espressione nei pazienti con LLC e inversione del rapporto CD4:CD8, dimostrando, in particolare in questo gruppo di pazienti, un accumulo di cellule T a differenziazione terminale che supportano il concetto di attivazione cronica del compartimento T-cellulare nella LLC. La novità dei nostri dati consiste nel dimostrare che l’espansione di questo subset di CD8 è associata a un peggioramento della prognosi, indipendente dai marker biologici, dall’età del paziente e dalla sieropositività per CMV».
Fonte: Clinical Cancer Research
Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22190592″ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22190592
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