Una strategia trasfusionale con concentrati piastrinici somministrati solo in caso di effettivo sanguinamento e non in profilassi è accettabile e fattibile nei pazienti con emopatie maligne sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali (ASCT), ma comporta un rischio eccessivo di sanguinamenti gravi nei casi con leucemia acuta mieloide (LAM). Queste le conclusioni di uno studio multicentrico (Wandt H et al. Lancet, 2012; 380:1309-16) che ha randomizzando 396 pazienti con emopatie maligne sottoposti a chemioterapia intensiva per ASCT o LAM a ricevere concentrati piastrinici solo in caso di sanguinamento (strategia terapeutica) o se la conta piastrinica scendeva al di sotto di 10 x 109/l (strategia profilattica).
Sul totale di 391 pazienti analizzati, gli autori hanno osservato una riduzione del 33,5% nel numero medio di trasfusioni piastriniche nel gruppo trattato con la strategia terapeutica rispetto al gruppo trattato in profilassi (1,63 verso 2,44; p < 0,0001). Il rischio di emorragie di grado 2 o più era maggiore nel gruppo terapeutico rispetto al gruppo profilattico (42% verso 19%; p < 0,0001), sia per i pazienti sottoposti a ASCT e sia per quelli con LAM. Tuttavia, la strategia terapeutica non ha aumentato il rischio di emorragie maggiori (grado 3-4) nei pazienti trattati per ASCT, mentre un aumento significativo del rischio di sanguinamenti di grado 4 non-fatali (specie del SNC) è stato osservato nei casi con LAM. Fra questi pazienti, due decessi per emorragia cerebrale fatale si sono verificati nel gruppo sottoposto a strategia terapeutica.
Nel commentare i propri dati, gli autori dello studio affermano che «la frequenza di sanguinamenti di grado 2 o più era circa il doppio nel gruppo trasfuso con strategia terapeutica rispetto al gruppo trasfuso in profilassi, ma questo aumento era ben tollerato dei pazienti, poiché circa il 93% delle emorragie era di grado 2 e quasi tutti gli episodi sono stati controllati dalla trasfusione tempestiva di piastrine». Pur tuttavia, anche accettando questo aumento del rischio di sanguinamenti non gravi a fronte della riduzione di circa un terzo delle trasfusioni piastriniche, con i connessi vantaggi economici e in termini di effetti collaterali, i 13 casi di emorragia di grado 4 e i due decessi per emorragia cerebrale osservati nei pazienti con LAM inseriti nel gruppo terapeutico sono importanti e da considerare. La strategia proposta in conclusione è quella di utilizzare l’approccio terapeutico alle trasfusioni piastriniche nei pazienti sottoposti a ASCT, nel quadro di uno staff medico e infermieristico esperto e ben educato a riconoscere i primi segni di emorragia del SNC, operando comunque trasfusioni piastriniche in caso di sanguinamenti cutanei (petecchie, porpora) maggiori.
Fonte: The Lancet – http://www.thelancet.com/home
PubMed Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22877506
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