Prof. Daniel Catovsky (1937-2022)

Print Friendly, PDF & Email

 

Prof. Daniel Catovsky

Buenos Aires 19 Settembre 1937 – Londra 2 Dicembre 2022

 

È per molti di noi un giorno triste il 2 dicembre 2022. È infatti mancato questa mattina a Londra il Prof. Daniel Catovsky.

Nella mia vita mi è capitato di scrivere obituaries su diverse riviste per colleghi/amici deceduti. Questa volta ho pensato di dedicare a Daniel un ricordo molto più personale che troverà spazio sul sito di Ematologia in Progress e sul portale dell’Ematologia della Sapienza. Quindi meno ‘ufficiale’ e molto più personale alla luce del rapporto che ci univa da oltre 45 anni e dei tanti ricordi in comune. Lo faccio soprattutto per i più giovani, per sottolineare come nella nostra professione si può veramente avere un maestro, un mentore non di ‘facciata’ ma che realmente abbia un impatto sulla nostra vita professionale. E come questo rapporto professionale possa trasformarsi in una vera amicizia che può perdurare per decenni. Così è stato per me con Daniel.

Lo conobbi per la prima volta in occasione del Third Meeting of the International Society of HaematologyEuropean and African Division, che si tenne Londra il 24-28 Agosto 1975 alla Royal Festival Hall. Per vari motivi volevo fare un’esperienza in Inghilterra (forse anche per le mie origini). Non avendo mentori che potessero indirizzarmi, fu il Prof. Sandro Eridani che allora lavorava al St. Thomas Hospital di Londra a consigliarmi questo giovane (aveva allora 38 anni) ematologo argentino che lavorava all’Hammersmith Hospital. Allo stesso Congresso rividi anche il Prof. Gordon Hamilton-Fairley che, da studente, avevo conosciuto a Torino e aiutato con la lingua e che lavorava al St. Bartholomew’s Hospital sempre a Londra. Il destino volle che andassi da Daniel, anche perché il 23 Ottobre 1975 il Prof. Hamilton-Fairley fu ucciso da una bomba dell’IRA (destinata ad un parlamentare inglese) nel quartiere di Kensington mentre portava a spasso il suo cane. E così nel freddo Gennaio del 1976 iniziai la mia frequentazione presso la MRC Leukaemia Unite, Royal Postgraduate Medical School, Hammersmith Hospital di Londra. Il Direttore dell’Ematologia era il Prof. (Sir) John Dacie e il Direttore della Leukaemia Unit il Prof. David A.G. Galton. I due ‘senior’ della Leukaemia Unit erano Daniel Catovsky e John Goldman (scomparsi oggi entrambi). Tra il gennaio 1976 ed il dicembre 1979 stetti a Londra circa 3 anni, con alcuni rientri in Italia [Foto 2, insieme a Daniel in quegli anni].

 

 

Molti sarebbero le storie da raccontare e gli insegnamenti ricevuti. È indubbio che questo periodo ha cambiato profondamente la mia vita professionale (e non solo). Io ero molto giovane, venivo dalla Pediatria di Torino e ho scoperto un mondo nuovo, fatto di ricerca applicata alla clinica. Quella che oggi è la ricerca traslazionale (definizione allora sconosciuta). Daniel è stato in questo un maestro impareggiabile e un antesignano, utilizzando al meglio morfologia, immunofenotipo, citogenetica e persino la microscopia elettronica (parliamo degli anni Settanta!). Quanti avanzamenti si sono fatti in quegli anni soprattutto nella caratterizzazione e classificazione dei disordini linfoproliferativi cronici B e T, alla definizione della origine della hairy cell leukemia (HCL) e della HCL variante, alle espansioni di linfociti granulari, alle leucemie prolinfocitiche croniche B e T, alle adult T-cell leukemia/lymphoma, al linfoma splenico con linfociti villosi, al’immunodepressione e al possibile ruolo delle popolazioni T e NK nella leucemia linfatica cronica (LLC) e nella HCL, alla prima descrizione delle forme atipiche di LLC, a comprendere fin da allora l’importanza di un bravo patologo per lo studio delle biopsie ossee, e altro ancora. Erano quelli gli anni delle rosette con globuli rossi di topo e di montone, delle sottopopolazioni Tm e Tg! E della difficoltà ad ottenere metafasi per l’analisi delle possibili alterazioni citogenetiche.

E che dire della classificazione FAB (French-America-British)? I componenti del gruppo FAB più volte si sono riuniti presso la Leukaemia Unit. Li ho conosciuti tutti di persona. E potrei continuare con l’uso di farmaci innovativi (da Londra portai a Torino le prima fiale di IFNa). Una lezione di fondamentale importanza per me e per i tanti giovani che da tantissimi paesi si sono formati con lui e nel suo laboratorio. Oltre ad apprezzare appieno l’importanza e l’impatto del laboratorio per una clinica sempre più precisa, sono da sottolineare la grande disponibilità, apertura e spirito collaborativo che Daniel ha sempre avuto. Come detto, era argentino e come tale molto latino, espansivo, cordiale e interattivo. Si interfacciava ugualmente con tutti, grandi e piccoli (importante lezione). Presentava noi più piccoli a tutti, ci faceva partecipare alle riunioni con i tantissimi visitatori che da lì passavano. In quegli anni, l’Hammersmith Hospital era uno dei più famosi ospedali al mondo e celeberrimo era l’Hammersmith Grand Round del mercoledì mattina.

E all’Ematologia dell’Hammersmith sono cresciuti molti prominenti ematologi. Ne ricordo qualcuno: Victor Hoffbrand, Mitch Lewis, Ted Gordon-Smith, Sandy Spiers, Sheila Worlledge, John Barrett, Jane Apperley,… oltre ovviamente a John Goldman. E molti registrar (specializzandi) formatisi nei miei anni all’Hammersmith sono diventati ematologi noti. Ne ricordo alcuni: Barbara Bain, Ghulam Mufti, Swee Lay Thein, Steve Johnson, Jill House, David Oscier…

Un’altra lezione imparata è stata quella di formare e crescere giovani ricercatori (fellows). Tantissimi e da tutto il mondo sono passati nei laboratori di Daniel. Tra questi mi piace ricordare in particolare Estella Matutes, Junia Melo, Jesus San Miguel, Anwar Islam (con cui siamo sempre rimasti in contatto) e tantissimi altri ancora. Innumerevoli fellows anche dai paesi dell’America Latina per le origini di Daniel e la sua ben nota disponibilità. E molti italiani. Ricordo due amici da allora: Franco Lauria (che ha poi avuto al mio rientro in Italia un ruolo primario nella mia vita familiare…) e Letizia Foroni. E ancora i tantissimi ematologi già ‘formati’ che sono stati in visita all’Ematologia dell’Hammersmith. Già ho detto dei membri della FAB (con John Bennett ci siamo scritti proprio in questi giorni quando Daniel stava male), e ancora tra i tanti ricordo Aaron Polliack, Emili Montserrat, Steve Mulligan, Martin Cline, Santiago Pavlovski, Janine Breton-Gorius, Guillaume Dighiero, Kanti Rai, Jacques Luis Binet, Gerassimos Pangalis, per citarne solo alcuni.

Una grande lezione di vita per chi ricorda l’ematologia in Italia negli anni Settanta e più in generale la ricerca clinica di quegli anni nel nostro paese.

E qualche altra lezione imparata da Daniel. La disponibilità a cui ho già accennato. Al mio ritorno a Londra nel 1977 non sapendo dove offrirmi una scrivania, mi ospitò nel suo studio! Non temporaneamente, ma per tutto il tempo che rimasi a Londra… E lo studio era piccolo. Con qualche condizione, ma è un qualcosa che non ho mai dimenticato. Ed il lavoro a casa la sera o nei fine settimana a rivedere dati o manoscritti. E a quanti di noi ha insegnato la metodologia del lavoro e come si scrive un lavoro scientifico…? Ha corretto e ricorretto innumerevoli volte le mie bozze e quelle di tanti altri come me. Alla fine, scherzando dicevo che finiva per correggere quanto già aveva corretto lui stesso. Quanti nel nostro paese hanno potuto avere il privilegio di un tale insegnamento?

E pure lezioni di vita vissuta. Daniel e Julia Polak erano andati da Buenos Aires a Londra nel 1967 per pochi mesi e sono rimasti per tutta la vita. Se Daniel era notissimo nel suo campo, altrettanto si può dire di Julia (Dame Julia) che è stata per anni una delle ricercatrici più citate al mondo. La vita non è stata per Daniel semplice. Il fratello Hector è tra le tantissime vittime della giunta militare argentina. È scomparso nel 1976 proprio quando ero a Londra. La primogenita Marina (Mina), che ricordo bene, è mancata prematuramente a 47 anni investita da una motocicletta su London Bridge nel 2011. Dame Julia, donna straordinaria, è stata sottoposta nel 1995 ad un trapianto cuore-polmone da Professor Sir Magdi Yacoub per una ipertensione polmonare. Vennero a Roma a celebrare il 10mo anniversario del trapianto. Al momento della sua morte nel 2014 era il più lungo sopravvivente di trapianto cuore-polmone.

Dopo il mio ritorno in Italia nel Dicembre 1979 siamo sempre rimasti in contatto. Come pure con Julia, soprattutto in occasione del tragico incidente che è costato la vita di Marina. Io ho continuato a occuparmi di disordini linfoproliferativi cronici, anche con Franco Lauria a Bologna, e a pubblicare insieme. E ci si vedeva soprattutto a gruppi di lavoro. Per esempio, ai meeting sulla HCL [Foto 3 e 4].

 

 

 

Oltre a Daniel, si vedono Harvey Golomb e David Golde – promotori con Daniel degli HCL meeting – e poi ancora Franco Lauria, Estella Matutes, Steve Mulligan, Gerassimos Pangalis, Aaron Polliack, Berta Bouroncle, Brian Druker, Eugenio Damasio, Kanti Rai, Georges Flandrin, Sandy Spiers, Junia Melo, Letizia Foroni, il sottoscritto e altri ancora. E poi soprattutto perché abbiamo scritto insieme il libro “The lymphoid leukaemias” pubblicato nel 1990 da Butterworths e nel 1991 in italiano (“Le Leucemie Linfoidi”) dalla UTET (Torino). Una esperienza e un insegnamento straordinari che non si è mai più ripetuta.

Ricordo ancora il magone che mi prese il giorno di fine dicembre 1979 in cui lo salutai nel suo (nostro…) studio con la macchina carica per il rientro a Torino. Era la riconoscenza profonda per un periodo irripetibile della mia vita. Avevo in quel periodo chiesto al Prof. Galton se c’erano margini per potersi fermare a Londra. Lui, profondamente inglese e di poche parole, mi disse ‘it is not impossible’… Le cose sono poi andate diversamente, ma questa è un’altra storia.

Molti anni dopo qualcuno mi rinfacciò che io ‘io non avevo avuto un maestro’. Quanto si sbagliava…

Il 23 giugno di quest’anno mi mandò una mail che diceva Hi Robin: Lovely and clear review in the NEJM. I am very proud of you! Well done. Hope you will celebrate with Rita. Best wishes. DC’. Quanto è servito negli anni il suo insegnamento! Daniel lascia dietro di sé bellissimi ricordi in tanti di noi. E questo non è da tutti.

 

Robin Foà, Roma, 2 Dicembre 2022

A cura di:

Professore Emerito di Ematologia, Università Sapienza, Roma

Robin Foà
Robin Foà
Professore Emerito di Ematologia, Università Sapienza, Roma
×
Registrati
  • Print Friendly, PDF & Email

    Registrati a Ematologia in Progress per poter continuare la navigazione

    Vai al modulo di iscrizione.

    Sei già iscritto a Ematologia in Progress? Accedi ora.

  • Print Friendly, PDF & Email

    Sei già iscritto a Ematologia in Progress?

    → ISCRIVITI

    → ACCEDI

    Attenzione: Ematologia in Progress è strettamente riservato a un pubblico di addetti ai lavori:

    Medici, Specialisti, Specializzandi, Biologi, Studenti di Medicina.

    Proseguendo nella navigazione auto-certifichi di appartenere a una delle suddette categorie.