Possibile ABVD senza radioterapia nell’HD?
Nei pazienti con morbo di Hodgkin (HD) in stadio iniziale, il trattamento con sola chemioterapia secondo lo schema ABVD risulta associato con una migliore sopravvivenza a lungo termine rispetto alla radioterapia, più o meno associata ad ABVD. Queste le conclusioni di uno studio randomizzato (Meyer RM et al. NEJM, 2012, 366:399-408) condotto su 405 pazienti con HD in stadio IA o IIA non-bulky, che hanno ricevuto solo trattamento con ABVD per 4-6 cicli, indipendentemente dalla classe di rischio (braccio ABVD) oppure irradiazione linfonodale subtotale da sola se a basso rischio o associata a 2 cicli di ABVD se ad alto rischio (braccio radioterapia).
Con un follow-up mediano di 12 anni, il tasso di sopravvivenza globale è risultato significativamente migliore nel braccio ABVD rispetto al braccio radioterapia (94% verso 87%; p = 0,04). La probabilità di progressione di malattia era tuttavia maggiore nel gruppo ABVD (probabilità a 12 anni di assenza di progressione: 87% verso 92%; p = 0,05), mentre nessuna differenza significativa è stata individuata per quanto riguarda il tasso di sopravvivenza libera da eventi (85% verso 80%). Tali osservazioni valevano anche per i pazienti considerati ad alto rischio, mentre nel subset di pazienti con un profilo di rischio favorevole non vi erano differenze fra i due bracci per nessuno degli outcome considerati.
I risultati principali dello studio riguardano la sopravvivenza a lungo termine. Nel gruppo radioterapia vi sono stati più decessi dovuti a tumori secondari (10 verso 4 nel gruppo ABVD) e dovuti ad altre cause oltre che l’HD o secondi tumori (10 verso 2). Inoltre, più pazienti inseriti nel braccio radioterapia hanno sviluppato tumori secondari (23 verso 10) o hanno avuto eventi cardiaci (26 verso 16). Tuttavia, come sottolineato dagli stessi autori, la modalità di chemioterapia subtotale utilizzata è oggi considerata antiquata e l’estensione dell’irradiazione ha probabilmente contribuito all’eccesso di decessi. Rimangono però interessanti i tassi di sopravvivenza globale a 12 anni pari al 94% e di assenza di progressione di malattia pari all’87% osservati nei pazienti trattati con solo ABVD, che possono indurre ad includere questa modalità di trattamento fra le opzioni terapeutiche per i pazienti con HD non-bulky in stadio IA o IIA.
Fonte: New England Journal of Medicine
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