Il trapianto HLA-aploidentico di cellule staminali emopoietiche (Haplo-HCT) viene ormai più frequentemente effettuato utilizzando la ciclofosfamide post-trapianto (PT-Cy) per la prevenzione della graft-versus-host disease (GVHD). Tale procedura ha notevolmente incrementato la disponibilità dei donatori ed ha anche abbreviato in misura significativa i tempi di attesa, che rappresenta un fattore non trascurabile per i pazienti ad alto rischio. L’utilizzo del donatore familiare compatibile, definito “matched sibling donor” (MSD), rimane comunque l’opzione preferita, in quanto l’MSD viene ancora considerato il donatore ottimale.
Rashidi e coworkers hanno descritto i risultati di una analisi comparativa tra Haplo-HCT e trapianto da MSD effettuata su 1205 pazienti con leucemia mieloide acuta (LAM) in prima remissione completa (RC1), registrati presso il Center for International Blood and Marrow Transplant Research database (CIBMTR). 336 pazienti hanno ricevuto PT-Cy-based Haplo-HCT con o senza inibitori della calcineurina e micofenolato mofetil, 869 sono stati sottoposti a MSD utilizzando una profilassi GVHD basata esclusivamente sugli inibitori della calcineurina .Nel gruppo Haplo vi erano più pazienti sottoposti a condizionamenti a ridotta intensità (65% vs 30%) e trapiantati con cellule staminali da midollo osseo (62% vs 7%), in linea con la pratica corrente. Nell’analisi multivariata, non vi era differenza tra Haplo-HCT e MSD per quanto riguarda la sopravvivenza globale (p = 0,15), la sopravvivenza libera da malattia (p = 0,50), la non-relapse mortality (p = 0,16), e l’incidenza di recidiva (p = 0,90); infine non è stata registrata maggiore incidenza di GVHD acuta di grado II-IV (p = 0,98), mentre il gruppo Haplo-HCT mostrava una percentuale significativamente più bassa di GVHD cronica (hazard ratio: 0,38; intervallo di confidenza al 95%: 0,30-0,48; p = 0,001), come mostrato Nella Figura I.
Figura I: Outcome dopo Haplo-HCT verso MSD nei pazienti con LAM in RC1.
Inoltre, i risultati delle analisi per sottogruppo per intensità del condizionamento e fonte di cellule staminali suggerivano che la ridotta incidenza di GVHD cronica osservata nel gruppo Haplo non è limitata a una specifica fonte o intensità di condizionamento. Da sottolineare che in questo studio l’effetto centro e l’interazione malattia minima residua/tipo di donatore non erano predittori di outcome.
La conclusione degli autori è che un donatore aploidentico è una valida alternativa a un MSD in pazienti con LAM in RC1. L’intervallo più lungo tra la diagnosi e il trapianto nei riceventi Haplo-HCT osservato in questo studio suggerisce che, in alcuni casi, i centri potrebbero aver ritardato il trapianto per la ricerca di donatori non consanguinei prima di considerare i donatori aploidentici. I risultati del report di Ramshidi e coworkers dimostrano quindi che è oggi possibile evitare questo ritardo e indirizzano chiaramente verso il trapianto Haplo quando la raccolta di cellule staminali da un MSD è considerata a rischio per comorbidità, rifiuto o altre ragioni. Inoltre, va sottolineato che più di un quinto dei pazienti Haplo-HCT erano afroamericani, a dimostrazione della fattibilità dell’utilizzo di questo tipo di donatore anche in minoranze etniche. Un futuro studio che confronti Haplo- HCT con MSD, utilizzando la stessa sorgente di cellule staminali e basata su PT-Cy per la profilassi della GVHD, potrebbe definitivamente chiarire se l’approccio “PT-Cy” annulla l’effetto della disparità HLA.
FONTE
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli
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