Novità in tema di LAM dal programma educazionale dell’ASH 2014
Una importante sessione del programma educazionale sulla leucemia mieloide acuta (LAM) all’ASH 2014 è stata completamente dedicata alla terapia della malattia nel paziente anziano. In particolare, la relazione di H.D. Keplin ha affrontato il problema delle scale di comorbidità geriatriche con particolare riguardo alla inclusione o meno dei pazienti di età superiore a 65 anni in regimi di chemiotrepia aggressiva. E’ stato sottolineato che anche fattori non strettamente clinici quali funzione cognitiva, stato nutrizionale e supporto sociale vanno considerati nella scelta terapeutica (Fig. 1).
Figura 1 – Fattori che influenzano la scelta terapeutica nei pazienti anziani
L’autore ha inoltre descritto i modelli predittivi più “robusti” di mortalità precoce (Tab. 1) e di outcome clinico (Tab. 2) ed è stata anche proposta una classificazione (Tab. 3) in tre categorie di pazienti per i quali potrebbe essere indicata una specifica terapia (supporto per i “frail”, attenuata per i “vulnerable” e aggressiva e trapiantologica per i “fit”) (Kepli HD, 2014).
Tab. 1: Predictive models for older adults receiving intensive induction therapy for AML
Tab. 2: Predictors of outcomes for older adults with AML using GA
Tab. 3: Evolving criteria for fitness for older adults diagnosed with AML
La relazione di S.A. Wang è stata invece indirizzata sulle diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili per i pazienti anziani con LAM. Come emerge dalla Figura 2, oltre la fitness vanno considerate le caratteristiche citogenetiche e molecolari, per cui nella maggior parte dei pazienti è opportuno acquisire questi dati prima di iniziare il trattamento. Un’eccezione è costituita dai pazienti con iperleucocitosi (WBC > 100×109/l), nei quali può avere indicazione la leucoaferesi e comunque l’avviao tempestivo di idrossiurea (Wang SA, 2014).
Fig. 2: Schema per la terapia nella LAM dell’anziano
Nella terza lettura, M.L. Sorror ha invece affrontato il problema delle indicazioni al trapianto allogenico, ancora oggi molto discusse, soprattutto per il problema della ancora relativamente elevata mortalità da procedura. Il messaggio fondamentale è che l’età di per sé non è un prerequisito di esclusione, in quanto fino a 70 anni la procedura può essere considerata ed in casi selezionati anche oltre i 70. Altro fattore fondamentale è la biologia della malattia, in particolare le caratteristiche citogenetiche e molecolari. Nella Tabella 4, vengono riassunti i principali fattori da considerare nell’avviare un paziente anziano con LAM a trapianto allogenico (Sorror ML et al, 2014).
Tab. 4
In un’altra sessione educazionale dedicata alla LAM, K. Dohner ha illustrato l’eterogeneità molecolare e citogenetica della LAM a prognosi intermedia, enfatizzando come in questa categoria l’80% circa dei pazienti mostra cariotipo normale, ma sono presenti anche altre alterazioni citogenetiche (Fig.3). Dal punto di vista molecolare è stato enfatizzato che nella pratica clinica vanno sempre investigate le mutazioni di NPM1, FLT3 e CEBPA; altre mutazioni stanno comunque assumendo crescente interesse, anche per la possibilità di sviluppo di specifici inibitori, come indicato nella Tabella 5. Altro aspetto interessante è quello della correlazione tra età e differenti anomalie molecolari (Fig. 4) (Dohner K et al, 2014).
Fig. 3: Principali anomalie citogenetiche nella LAM a prognosi “intermedia”
Tab. 5
Fig. 4: Correlazione tra età e principali anomalie molecolari nella LAM.
BIBLIOGRAFIA
- Dohner K and Paschka P. Intermediate risk acute myeloid leukemia therapy: current and future. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2014;21:34-43
- Keplin HD. Geriatric perspective: hot to assess fitness for chemotherapy in acute myeloid leukemia. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2014;21:8-13
- Sorror ML, Estey E. Allogeneic hematopoietic stem cell transplantation for acute myeloid leukemia in older adults. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2014;21:21-33
- Wang SA. Treating acute myeloid leukemia in older adults. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2014;21:14-20
A cura di:
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli