Livello di T315I e risposta ai TKI nella LMC

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La determinazione del  livello quantitativo della mutazione T315I del BCR-ABL rappresenta un fattore in grado di predire la risposta al trattamento di seconda linea con nilotinib o dasatinib nei pazienti con leucemia mieloide cronica (LMC). Questo il messaggio conclusivo di uno studio (Lange T et al. Heamatologica, 2013;98:714-7) condotto su 40 pazienti con LMC resistenti a imatinib i cui livelli di T315I sono stati misurati tramite PCR quantitativa dopo 6 mesi di terapia con dasatinib o nilotinib.

I pazienti positivi per la mutazione (18 casi) sono stati suddivisi, sulla base di un cut-off fissato a 10-5 BCR-ABLt315I%/GUS in “high levels” (10 casi) e “low levels” (8 casi). La distinzione è risultata clinicamente significativa, in quanto nessun paziente del primo gruppo ha ottenuto una risposta molecolare maggiore dopo 12 mesi di trattamento, osservata invece in tutti i pazienti del secondo gruppo (P < 0,001). Combinando questi dati con quelli ottenuti in una seconda coorte di  40  pazienti, l’analisi ha mostrato una sensibilità e una specificità del 92,9% e dell’87,5%, rispettivamente.

Sebbene la complessità delle tecniche molecolari utilizzate riduca l’utilizzo pratico di questi risultati nel monitoraggio di routine dei pazienti con LMC, lo studio ha alcune implicazioni importanti, prima fra tutte quella che, mentre le tecniche ad alta sensibilità possono aumentare il numero di pazienti con mutazioni del BCR-ABL che vengono identificati, solo mutazioni oltre un certo livello quantitativo appaiono essere di rilevanza prognostica. «Il livello di allele mutato può rappresentare un indicatore valido della probabilità che un clone mutato possa andare incontro o meno a una espansione sul lungo termine», scrivono gli autori della ricerca, «ragione per la quale tecniche solo qualitative con sensibilità al di sotto di questo cut-off possono identificare cloni mutati senza conseguenze prognostiche».

 

Fonte: Haematologica

PubMed link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23065514

 

A cura di:

www.ematologiainprogress.net

Redazione Ematologia in progress
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