LAL negli infanti: valore prognostico del GEP

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Le tecniche di gene expression profile (GEP) sembrano acquisire un ruolo sempre maggiore nella classificazione e nella stratificazione prognostica delle neoplasie ematologiche. Nello studio pubblicato su Blood (Kang H et al. Blood, 2012, 119:1872-1881) e condotto su 97 casi di infanti con leucemia acuta linfoblastica (LAL) arruolati nel Children’s Oncology Group Trial P9407, sono stati identificati 3 geni strettamente correlati con la sopravvivenza libera da eventi (EFS), indipendentemente dall’età e dal riarrangiamento MLL.

 

Una ridotta espressione di FLT3 è stata osservata in un gruppo di pazienti a prognosi eccellente (n = 11; EFS a 5 anni: 100%), mentre la diversa espressione di IRX2 e TACC2 permetteva di suddividere i pazienti rimanenti in due gruppi caratterizzati da una sopravvivenza libera da eventi significativamente diversa (EFS: 16% verso 64%: p < 0,001). La combinazione di questi 3 geni portava a una classificazione dei pazienti come a basso rischio (n = 11; low FLT3), rischio intermedio (n = 31; high FLT3, high IRX2 e low IRX2 – high TACC2) e alto rischio (n = 53; high FLT3, low IRX2 – low TACC2). L’EFS a 5 anni dell’intera coorte era pari al 41%±5%.

 

Inoltre, considerando il quadro di espressione genica come una variabile continua in relazione all’età dei pazienti, è stato identificato un profondo cambiamento associato al cut-off di 90 giorni di vita, con una differenza notevole fra i bambini con ≤ 90 giorni di vita verso quelli con età > 90 giorni. Questi ultimi mostravano un quadro di espressione genica più simile a quello dei bambini più grandi che a quello dei pazienti di età < 90 giorni. «Queste differenze legate all’età sembrano suggerire differenti meccanismi di leucemogenesi e potrebbero essere alla base della diversa prognosi osservata storicamente in questi gruppi di età», scrivono gli autori della ricerca.

 

Infine, gli autori sottolineano anche come i geni e i pathways identificati in questo studio potrebbero avere non solo una valenza diagnostica, ma anche fungere da potenziali target terapeutici, suggerendo la sperimentazione di terapie mirate (quali inibitori di FLT3 o agenti demetilanti) negli infanti con LAL ad alto rischio.

 

Fonte: Blood – http://bloodjournal.hematologylibrary.org/

 

Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22210879

 

A cura di:

www.ematologiainprogress.net

Redazione Ematologia in progress
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