La E-LAM, anche denominata sarcoma granulocitico o cloroma, è una rara complicanza della LAM con incidenza descritta tra il 2 ed i 10 % dei casi totali dell’adulto (Wilson CS et al, 2015). E’possibile peraltro che l’incidenza reale sia sottostimata, in quanto la ricerca della E-LAM non rientra nel comune work-up diagnostico della malattia e viene generalmente diagnosticata solo in seguito alla comparsa di sintomi dovuti al coinvolgimento di organi specifici (Solh M et al, 2016; Ohanian M et al, 2013). La E-LAM può presentarsi come manifestazione iniziale in assenza di coinvolgimento midollare, oppure può essere concomitante con la malattia sistemica. Più frequentemente, la E-LAM può essere espressione di recidiva dopo chemioterapia o trapianto autologo o allogenico di cellule staminali emopoietiche, anche come recidiva tardiva (Shimizu H et al, 2013; Watts JM et al, 2016). Sia alla diagnosi e sia alla recidiva, la E-LAM può precedere la comparsa di interessamento del midollo osseo (Wilson CS et al, 2015; Solh M et al, 2016; Ohanian M et al, 2013).
La sintomatologia clinica è strettamente correlata all’organo interessato. Come indicato nella Figura I, numerosissimi distretti anatomici possono essere coinvolti, con maggiore frequenza a livello della cute (leukemia cutis), degli organi riproduttivi e del sistema nervoso centrale (SNC).
Figura I: Sedi anatomiche di localizzazione di LAM extramidollare.
Le manifestazioni cutanee sono generalmente diffuse agli arti e al tronco (soprattutto addome) e hanno natura papulo-nodulare di colorito grigio-marrone (Fig. II).
Figura II: Leukemia cutis: evidente l’aspetto papulo-nodulare.
A livello del SNC, la E-LAM interessa più spesso le meningi e l’ependima, anche se non mancano casi con coinvolgimento del parenchima cerebrale come masse intra-assiali (Fig. III), ed è più frequente nei pazienti giovani-adulti con marcata leucocitosi all’esordio e presenza di specifiche alterazioni cromosomiche quali 11q23, inv(16), trisomia 8, t(9;11) e iperdiploidismo (Rozovski U et al, 2015; Cervantes GM et al, 2015). Nei casi a localizzazione intestinale, la diagnosi può derivare da intervento chirurgico per addome acuto da sindrome occlusiva (Movassaghian M et al, 2015; Huang B et al, 2014).
Figura III: Sarcoma granulocitico cerebrale. E’ evidente l’intensa impregnazione del mezzo di contrasto e l’effetto compressivo sul parenchima cerebrale.
Nella Tabella I, vengono illustrati i sintomi corrispondenti alla specifica localizzazione anatomica della E-LAM.
Tabella I: Sintomi corrispondenti alle diverse localizzazioni di extramidollari di LAM.
Patogenesi della E-LAM
I meccanismi di migrazione dei blasti leucemici dal midollo osseo verso i siti extra-ematologici sono ancora in gran parte sconosciuti. L’homing verso tessuti specifici richiede una complessa interazione tra molecole di adesione e recettori di chemochine. L’espressione sui blasti leucemici di CD56 (blast neural cell adhesion molecule), una glicoproteina transmembrana espressa sulla superficie di neuroni, glia e muscoli scheletrici ma anche sulle cellule emopoietiche, è stata spesso associata a localizzazione extra-midollare, in particolare nella LAM con t(8;21). Inoltre, l’alta frequenza di molecole CD56 su tessuto ovarico, intestinale, mammario e testicolare possono spiegare il frequente coinvolgimento di questi organi nella E-LAM. Il coinvolgimento cutaneo sembra invece correlato all’espressione di antigeni delle cellule T (LCA-1) in cooperazione con NCAM e E selectine, espresse su cellule endoteliali del derma (Fig. IV).
Figura IV: Interazione tra molecole di adesione e selectine nello sviluppo di LAM extramidollare, con particolare riferimento alla leukemia cutis.
La frequente localizzazione agli organi riproduttivi e al SNC derivano invece dalla difficoltà della chemioterapia di eradicare cellule leucemiche residue a questi livelli (santuari), come avviene più comunemente nella leucemia acuta linfoblastica. E’ da rilevare che le mutazioni più spesso osservate a livello del midollo osseo vengono rinvenute con la stessa frequenza nei tessuti extra-emopoietici (Wilson CS et al, 2015; Solh M et al, 2016; Ohanian M et al, 2013; Bakst RL et al, 2011).
Work-up diagnostico della E-LAM
Nella quasi totalità dei casi, l’aspirazione con ago sottile è insoddisfacente per una diagnosi definitiva di E-LAM ed è perciò indispensabile la biopsia chirurgica. Sui campioni di tessuto, è opportuno riprodurre la diagnostica comunemente effettuata su blasti midollari (immunofenotipo, citogenetica e biologia molecolare) e va subito effettuato l’esame midollare allo scopo di verificare il coinvolgimento emopoietico che, nella nostra esperienza, può risultare positivo solo a livello molecolare, in particolare nelle LAM con t(8;21) e inv(16). Tipicamente, l’esame istologico dimostra una diffusa infiltrazione di mieloblasti con ampio citoplasma, solo occasionalmente fornito di corpi di Auer (Fig. V).
Figura V: Istologia della E-LAM. Si osserva una estesa infiltrazione di cellule medio-grandi, monomorfe (panel A), positive alla mieloperossidasi (panel B).
La positività per la mieloperossidasi orienta chiaramente per la natura mieloblastoide delle cellule patologiche (Fig. VI).
Figura VI: Sarcoma granulocitico del testicolo, positività alla mieloperossidasi delle cellule infiltranti.
In ogni caso, dopo la diagnosi di E-LAM è indicata l’esecuzione di TAC total body e PET (Cribe AS et al, 2013); quest’ultima può risultare particolarmente utile nel follow-up post terapeutico (Fig.VII).
Figura VII: Sarcoma granulocitico parasacrale pre e post chemioterapia (A & C). E’ evidente il completo spegnimento del segnale dopo trattamento.
Prognosi e terapia della E-AML
Il significato prognostico della E-LAM rimane incerto, in assenza di studi prospettici. La sopravvivenza a 5 anni non sembra essere diversa dalla forma classica, anzi in alcune casistiche l’outcome di pazienti con E-LAM isolata sembra avere prognosi migliore (Wilson CS et al, 2015; Solh M et al, 2016; Ohanian M et al, 2013; Goyal SD et al, 2015; Yilmaz AF et al, 2013; Slomowitz SJet al, 2012). Nelle LAM con t(8;21), più frequentemente associate a localizzazione extra-ematologica, la presenza di E-LAM conferisce invece prognosi sfavorevole (Wilson CS et al, 2015). Nei pazienti con localizzazione cutanea e/o cerebrale, la malattia dimostra un decorso più aggressivo, con maggiore frequenza di recidive.
Nella Figura VIII, viene illustrato un algoritmo terapeutico per i pazienti con E-LAM. Rispetto alla forma classica, nelle forme di E-LAM isolata viene raccomandata la radioterapia, che nella nostra esperienza dovrebbe essere eseguita anche dopo negativizzazione della PET.
Figura VIII: Algoritmo terapeutico delle E-LAM. Si raccomanda la radioterapia nelle forme isolate, anche in caso di negativizzazione di TAC e/o PET.
La valutazione del rischio iniziale non deve differire dalla forma classica (sulla base della citogenetica e dei dati molecolari), mentre in recidiva va sempre considerato il trapianto allogenico (Goyal SD et al, 2015).
BIBLIOGRAFIA
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli
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