Lo studio di fase 3 ADMIRAL ha dimostrato una sopravvivenza globale (OS) significativamente superiore nei pazienti con leucemia mieloide acuta (LAM) recidivata o refrattaria con mutazione del gene FLT3 trattati con gileritinib (Gilt) rispetto alla chemioterapia convenzionale di salvataggio (SC). Nel trial, 371 pazienti erano stati randomizzati con rapporto 2:1 a Gilt o SC (Figure I e II) ed i risultati hanno consentito la registrazione e l’uso della pratica clinica di Gilt (Perl AE et al, 2019).
Figura I: Schema della randomizzazione nello studio ADMIRAL.
Figura II: Studio ADMIRAL, OS pazienti trattati con gilteritinib vs pazienti sottoposti a chemioterapia.
Nell’articolo ora pubblicato su Blood vengono descritti i dati relativi a un’analisi effettuata 2 anni dopo la valutazione iniziale dei risultati dello studio ADMIRAL, allo scopo di definire l’efficacia e la safety di Gilt a lungo termine (Perl AE et al, 2022).
Al momento di questa analisi, il follow-up mediano di sopravvivenza era di 37,1
mesi, con decessi rispettivamente in 203/247 e 97/124 pazienti nei bracci Gilt e SC; 16 pazienti del braccio Gilt sono rimasti in trattamento. L’OS mediana per gilteritinib e SC era di 9,3 e 5,6 mesi, rispettivamente (HR = 0,665; IC 95%: 0,518 – 0,853; P = 0,0013), mentre le percentuali di sopravvivenza a 2 anni erano 20,6% (IC 95%: 15,8 – 26,0) e 14,2% (IC 95%: 8,3 – 21,6), rispettivamente (Figura III).
Figura III: Sopravvivenza dopo analisi long-term secondo il braccio di trattamento del trial ADMIRAL.
Va rilevato che l’incidenza cumulativa di recidiva a 2 anni del braccio gilteritinib, dopo l’ottenimento di vari tipi di remissione completa, è stata del 75,7%, con poche ricadute registrate dopo 18 mesi (Figura IV). Complessivamente, 49/247 pazienti nel braccio Gilt e 14/124 pazienti nel braccio SC hanno ottenuto una sopravvivenza di durata ≥2 anni. Inoltre, 26 pazienti del braccio Gilt sono rimasti in vita per ≥2 anni senza recidive; 18 di questi pazienti sono stati sottoposti a trapianto allogenico (HSCT) e 16 di essi hanno ripreso gilteritinib come terapia di mantenimento post-HSCT.
Figura IV: Incidenza cumulativa di recidive dopo terapia con gilteritinib nel trial ADMIRAL.
Gli eventi avversi (AE) più comuni di interesse durante gli anni 1 e 2 della terapia con gilteritinib sono stati l’aumento delle transaminasi epatiche; l’incidenza di eventi avversi è diminuita costantemente nell’arco di 2 anni, per cui gli autori suggeriscono che una terapia continuativa con Gilt, inclusa la fase post-HSCT, ha uno stabile profilo di sicurezza (Figura V).
Figura V: Eventi avversi più frequenti entro ed oltre 12 mesi dopo terapia con gilteritinib nel trial ADMIRAL.
In conclusione, i risultati di questo studio dimostrano, mediante analisi a lungo termine, che la terapia prolungata con gilteritinib è associata a tossicità più che accettabile ed a una sopravvivenza superiore rispetto alla chemioterapia convenzionale di salvataggio.
Fonte:
BIBLIOGRAFIA
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli
Clinica Ematologica, Azienda Sanitaria-Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), Udine
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