Effetti di basse o alte dosi di eparina a basso peso molecolare sui parametri emostatici nei pazienti critici con COVID-19

L’infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) è spesso associata ad una coagulopatia, con elevati livelli di D-dimero che correlano con una prognosi sfavorevole. Nei pazienti COVID-19 vi è, inoltre, un aumento di complicanze tromboemboliche e viene quindi consigliato l’uso della profilassi con eparina a basso peso molecolare (EBPM). Non vi sono ancora dati certi per quanto riguarda sia il tipo di coagulopatia, sia la posologia dell’EBPM al fine di prevenire le complicanze trombotiche.
Presso l’Ematologia del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione dell’Università “Sapienza” di Roma, è stato condotto uno studio osservazionale su pazienti COVID-19 positivi, ricoverati presso l’Unità di Rianimazione dell’Azienza Ospedaliera Policlinico Umberto I di Roma, al fine di valutare alcuni parametri coagulativi, in particolare il test di Generazione della Tombina e correlare i risultati con due diversi regimi di profilassi antitrombotica con EBPM: basse dosi (100m/Kg/die) o alte dosi (100 mg/Kg x2/die).
Sono stati studiati 27 pazienti: 14 trattati con basse dosi e 13 con alte dosi. Al momento dell’esecuzione dei test, tutti i pazienti presentavano grave insufficienza respiratoria, senza eventi trombotici. Lo studio ha dimostrato un’attivazione della coagulazione in tutti i pazienti, indipendentemente dal regime di profilassi, con aumento del D-dimero, F.VIII:C, vWF:Ag, RiCof (indici di ipercoagulabilità e danno endoteliale), verosimilmente a causa dell’attivazione della coagulazione per il grave processo infiammatorio. Rari sono stati i casi di coagulazione intravascolare disseminata (CID). Il test di generazione della trombina ha dimostrato un incremento dei valori medi di T-LAG (tempo che intercorre prima dell’inizio della generazione della trombina), thrombin Peak (tempo necessario per il raggiungimento del picco di trombina) e ttPeak (massima concentrazione della trombina). L’ETP (potenziale endogeno di trombina) mostrava, invece, una riduzione, statisticamente significativa, nei pazienti sottoposti a dosi elevate di EBPM rispetto ai pazienti nei quali venivano somministrate bassi dosi. Tre casi trombotici venivano riscontrati solo nei pazienti sottoposti a profilassi antitrombotica con dosi più basse di EBPM; nessuna complicanza emorragica veniva riscontrata.
Tali risultati suggeriscono che i pazienti COVID-19 in condizioni di grave insufficienza respiratoria presentano uno stato di ipercoagulabilità che permane anche durante la profilassi con eparina. Solo dosi più elevate di eparina in profilassi sembrano essere in grado di determinare una riduzione della quantità di trombina prodotta, con probabile impatto sulla incidenza della complicanze trombotiche. Il lavoro è in pubblicazione sul British Journal of Haematology.
Fonte:
A cura di:
Ematologia, Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione, Sapienza Università di Roma