È ben noto che l’emopoiesi clonale (CH) può precedere lo sviluppo della leucemia acuta mieloide (LAM) e che può persistere anche dopo il raggiungimento della remissione completa (RC) (Stengel A et al, 2021). Al contrario, le dinamiche clonali a lungo termine e le implicazioni cliniche della CH persistente non sono a tutt’oggi ben definite. Nello studio di Tanaka et al. (Tanaka T et al, 2021) sono state investigate la prevalenza, la dinamica e le implicazioni cliniche della CH post-remissione in 164 pazienti con LAM che hanno raggiunto la RC dopo chemioterapia intensiva di induzione (Figura I).
Figura I: Caratteristiche dei pazienti secondo età, sesso, sottotipo di LAM, classificazione ELN, terapia di induzione e trapianto allogenico. La CH post-RC è risultata più frequente nei pazienti anziani e dopo terapia a bassa intensità.
Nella fase post-RC una emopoiesi clonale è stata identificata in 79 pazienti (48%) e nel 91% di essi la CH persisteva a lungo termine nonostante il trattamento con vari tipi di consolidamento e terapie di mantenimento. La Figura II mostra la flow-chart dei pazienti, la distribuzione delle diverse mutazioni geniche associate a CH e la loro frequenza allelica. Vengono anche mostrate le mutazioni persistenti ed emergenti nella fase di RC.
Figura II: A) flow-chart dei pazienti; B, C) distribuzione delle diverse mutazioni geniche associate a CH e loro frequenza allelica; D) numero di mutazioni persistenti ed emergenti.
Nella Figura III sono illustrati casi paradigmatici di dinamica clonale di mutazioni persistenti ed emergenti.
Figura III: E) distribuzione della CH per età; F, G) Casi emblematici di dinamica clonale di mutazioni persistenti (F) ed emergenti (G).
E’ importante sottolineare che la CH post-remissione è stata eradicata in 20 su 21 (95%) pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali allogeniche (Figura IV).
Figura IV: Eradicazione della CH dopo trapianto allogenico.
Va infine aggiunto che l’emopoiesi non differiva sostanzialmente tra i pazienti con e senza CH persistente, mentre quelli con mutazioni persistenti del gene TET2 hanno mostrato neutropenia significativa a lungo termine. La CH post-remissionale ha avuto scarso impatto sul rischio di recidiva (Figura V), sulla mortalità non correlata a recidiva e sull’incidenza di malattie cardiovascolari su base aterosclerotica, sebbene l’impatto clinico della CH post-CR sia stato eterogeneo tra le diverse mutazioni.
Figura V: La CH post-remissionale ha avuto scarso impatto sul rischio di recidiva.
Questi dati suggeriscono che, nonostante le cellule staminali ematopoietiche clonali residue siano generalmente resistenti al consolidamento e al mantenimento post-CR, esse sono comunque in grado di mantenere la normale emopoiesi e hanno scarso impatto sugli outcome clinici più rilevanti nella LAM. Sará comunque necessario uno studio piú ampio per sezionare l’eterogeneitá gene-specifica.
Fonte:
BIBLIOGRAFIA
Divisione di Ematologia, Ospedale Cardarelli, Napoli
Clinica Ematologica, Azienda Sanitaria-Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), Udine
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