Dall’ASH 2019. Dasatinib-blinatumomab per la LAL Ph+: risultati dello studio D-ALBA
Durante l’ultimo meeting annuale dell’ASH (Orlando, 7-10 dicembre 2019) sono stati presentati in sessione orale gli aggiornamenti dello studio GIMEMA LAL2116 (D-ALBA).
Questo trial di fase 2 è stato disegnato per pazienti adulti (senza limiti d’età) affetti da leucemia acuta linfoblastica Philadelphia-positiva (LAL Ph+) di nuova diagnosi e rappresenta il primo protocollo con un programma di induzione-consolidamento completamente “chemo-free” per questo gruppo di pazienti.
Lo schema consisteva in una pre-fase steroidea di 7 giorni (durante la quale veniva effettuato il work-up diagnostico), seguita da una fase di induzione con il TK inhibitor dasatinib (più steroidi) della durata di 85 giorni e profilassi del sistema nervoso centrale. Al termine dell’induzione, i pazienti venivano valutati per la risposta ematologica e molecolare e, a prescindere da essa, ricevevano almeno due cicli con l’anticorpo monoclonale bispecifico (anti-CD3/CD19) blinatumomab (massimo 5 cicli), senza interrompere il dasatinib. L’endpoint primario dello studio era la valutazione della risposta molecolare dopo i 2 cicli di blinatumomab. La terapia post-consolidamento era lasciata alla scelta del clinico curante. I dati verranno raccolti in uno studio ancillare.
Il trial ha chiuso l’arruolamento nel gennaio 2019 e, ad oggi, il follow-up mediano è di 14,3 mesi (0,9-25 mesi): sono stati arruolati 63 pazienti, con un età mediana di 54 anni (range: 24-81). Dei 63 anni pazienti arruolati, 2 sono rapidamente usciti dal protocollo (decisione medica e tossicità): di conseguenza, la RC ematologica alla fine dell’induzione è risultata del 96,8%. Dei 61 pazienti rimanenti, 25 hanno eseguito tutti i 5 cicli di blinatumomab. La risposta molecolare al termine dell’induzione è stata del 29%; al termine dei 2 cicli di blinatumomab – endpoint primario dello studio – il 60,4% dei pazienti aveva ottenuto una risposta molecolare; in maniera inattesa, la percentuale di risposte molecolari è ulteriormente incrementata dopo la somministrazione degli ulteriori cicli di blinatumomab, fino a raggiungere il 79,4% dopo il 4to ciclo.
Con un follow-up mediano di 14,3 mesi, La sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da malattia (DFS) sono pari al 95,2% e 89,7%, rispettivamente; 24 pazienti sono stati trapiantati. Si sono verificati due decessi (1 in induzione e l’altro in remissione ematologica) e 6 recidive, di cui tre extramidollari.
La ricerca traslazionale applicata al protocollo ha dimostrato che: 1) le mutazioni di ABL1– riscontrate in 7 pazienti – sono eventi precoci nel decorso della malattia (durante l’induzione), e – come già osservato (studio ALCANTARA) – sono eradicabili dal blinatumomab; 2) i pazienti a maggior rischio di ricaduta sono quelli che presentano delezioni aggiuntive (i.e. delezioni di IKZF1 + PAX5 e/o CDKN2A/B). Per questi pazienti, è necessario intensificare il trattamento.
In conclusione, questi risultati dimostrano per la prima volta come una strategia di induzione e consolidamento chemo-free basata sulla combinazione dasatinib/blinatumomab per pazienti adulti con LAL Ph+ e senza limite di età non solo sia fattibile, ma sia soprattutto in grado di indurre risposte molecolari in un’elevata percentuale di casi (>60%) che si traducono in tassi di OS e DFS del 95,2% e 89,7%. Infine, la tossicità è stata accettabile: va segnalata tuttavia una riattivazione del CMV, che è oggetto di ulteriori indagini.
Questa presentazione è stata selezionata come Best of ASH (sessione del 10 dicembre) e come Highlights from ASH.
Fonte:
Sabina Chiaretti, Renato Bassan, Antonella Vitale, Loredana Elia, Alfonso Piciocchi, Cristina Puzzolo, Martina Canichella, Felicetto Ferrara, Monia Lunghi, Francesco, Fabbiano, Massimiliano Bonifacio, Nicola Fracchiolla, Prassede Salutari, Alessandra Mancino, Marco Vignetti, Anna Guarini, Alessandro Rambaldi, Robin Foà.
Presented at 61° ASH meeting, Orlando, Florida, USA; 7-10 dicembre 2019.
A cura di:
Ematologia, Università “Sapienza”, Roma