Commento all’articolo “Dasatinib-Blinatumomab for Ph-positive Acute Lymphoblastic Leukemia in Adults” (NEJM)

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[vc_row][vc_column][vc_video link=”https://www.youtube.com/watch?v=8S7xVSRQHDA” el_width=”80″ align=”center”][vc_column_text]In questo breve video il Prof. Robin Foà, primo firmatario dell’articolo, illustra il razionale ed i risultati di un importante studio clinico pubblicato a fine Ottobre 2020 sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha coinvolto 63 pazienti adulti con leucemia acuta linfoblastica Philadelphia positiva (LAL Ph+) di nuova diagnosi, dimostrando l’elevata efficacia e la ridotta tossicità di un trattamento di induzione e consolidamento completamente privo di chemioterapia sistemica, in una categoria di pazienti in passato caratterizzata da una prognosi particolarmente sfavorevole. Il protocollo prevedeva l’arruolamento di pazienti adulti (>18 anni) senza limiti di età.

L’idea alla base dello studio, frutto di una collaborazione tutta italiana sorta all’interno del Gruppo GIMEMA, è stata quella di utilizzare, nei pazienti adulti affetti da LAL Ph+, una combinazione di terapia mirata a bersaglio molecolare (il TKI di seconda generazione dasatinib) ed una immunoterapia (l’anticorpo monoclonale bispecifico anti-CD3/anti-CD19 blinatumomab). Una prima fase di induzione con dasatinib era seguita da un consolidamento con due cicli (incrementabili fino a cinque) di blinatumomab. I risultati di questo approccio innovativo e chemo-free sono stati particolarmente positivi, con un tasso complessivo di remissioni complete ematologiche pari al 98% e, soprattutto, un tasso di risposte molecolari alla fine dei due cicli di blinatumomab (l’endpoint primario dello studio) pari al 60%. Questa percentuale aumenta ancora con ulteriori cicli di blinatumomab. Inoltre, le percentuali di sopravvivenza globale (OS) e di sopravvivenza libera da malattia (DFS) a 18 mesi sono state del 95% e 88%, rispettivamente.

Come sottolineato nel suo commento dal Prof. Foà, questi risultati potrebbero cambiare profondamente la pratica clinica nel trattamento di questo sottogruppo di pazienti adulti con LAL, permettendo l’utilizzo di un approccio terapeutico caratterizzato da alta efficacia, limitati effetti collaterali e ridotta ospedalizzazione.

Fonte:

Foà R, Bassan R, Vitale A, et al. Dasatinib-Blinatumomab for Ph-Positive Acute Lymphoblastic Leukemia in Adults. N Engl J Med. 2020;383:1613-1623.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/4″][vc_column_text]

 

L’articolo è corredato da un breve video esplicativo prodotto dal NEJM (Quick Take) che ne riassume in forma grafica e con estrema chiarezza i contenuti: link.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”3/4″][vc_column_text]

 

 

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A cura di:

Professore Emerito di Ematologia, Università Sapienza, Roma

Robin Foà
Robin Foà
Professore Emerito di Ematologia, Università Sapienza, Roma
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