Un trattamento intensivo, modellato sui protocolli in uso per i pazienti pediatrici, è fattibile e associato a buoni risultati nei pazienti adulti (fino all’età di 40 anni) con leucemia linfoblastica acuta (LLA). In uno studio di fase 2 (Rijneveld AW et al. Leukemia, 2011;25:1697-703), 54 pazienti (età mediana: 26 anni) sono stati trattati secondo il protocollo pediatrico FRALLE 93 per i pazienti con LLA ad alto rischio, uno schema caratterizzato da dosaggi aumentati di asparaginasi, steroidi, metotrexate e vincristina. Inoltre, un trapianto allogenico è stato offerto a tutti i pazienti a rischio standard con un donatore familiare compatibile e a tutti i pazienti ad alto rischio.
Sul totale dei 54 pazienti, una remissione completa è stata osservata in 49 casi (91%), dei quali 33 (61%) hanno completato il trattamento secondo protocollo. Questi ultimi rispondevano al criterio di fattibilità della terapia, definita come l’ottenimento di una CR e il completamento del trattamento entro i tempi prestabiliti (49 settimane per la chemioterapia di mantenimento e 34 settimane per l’alloSCT). Con un follow-up mediano di 32 mesi, la EFS è stata pari al 66% a 24 mesi e la OS al 72%. Nei pazienti a rischio standard, EFS e OS a 24 mesi sono state pari all’87%. Gli eventi avversi di grado 3/4 sono stati costituiti principalmente da infezioni e sono comparsi nel 40% dei pazienti. Nel corso dello studio, sono stati osservati 3 decessi per tossicità.
«Questi risultati dimostrano che un alto tasso di CR e curve di EFS e OS favorevoli possono essere ottenuti nei pazienti adulti con LLA trattati con un regime intensivo senza eccessiva tossicità», concludono gli autori della ricerca. «Da sottolineare che, in questo studio, abbiamo valutato non solo la tollerabilità del regime terapeutico, ma anche la possibilità di applicarlo all’interno di uno schema temporale molto stretto, anche in pazienti di età superiore ai 20 anni. Complessivamente, questi dati suggeriscono che i pazienti adulti fino all’età di 40 anni sono in grado di tollerare una chemioterapia ad alte dosi, come è lo standard per i bambini». Sulla base di questa esperienza, uno studio di fase 3 è stato recentemente iniziato dal gruppo HOVON/EORTC.
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