ATRA e arsenico, senza chemioterapia, per la LAP

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La combinazione di acido all-trans retinoico (ATRA) e arsenico triossido può indurre risultati almeno non inferiori, e possibilmente superiori, a quelli di ATRA più chemioterapia nei pazienti con leucemia acuta promielocitica (LAP) a rischio basso-intermedio. Queste le conclusioni di uno studio multicentrico di fase 3 (Lo Coco F et al. NEJM 2013;369:111-21) che ha randomizzato 156 pazienti con LAP a ricevere un trattamento di induzione e consolidamento con ATRA e arsenico triossido oppure la terapia standard di induzione con ATRA più idarubicina, seguita da consolidamento e mantenimento con ATRA più chemioterapia.

Una remissione completa è stata ottenuta nel 100% (77/77) dei pazienti nel gruppo ATRA-arsenico e nel 95% (75/79) nel gruppo ATRA-chemioterapia (p = 0,12). I tassi di sopravvivenza libera da eventi (EFS) a 2 anni, end-point primario dello studio per la non-inferiorità, sono stati pari al 97% nel gruppo ATRA-arsenico e all’86% nel gruppo ATRA-chemioterapia (p < 0,001 per la non-inferiorità e p = 0,02 per la superiorità di ATRA-arsenico), mentre la sopravvivenza globale a 2 anni è stata pari al 99% e al 91% nei due gruppi, rispettivamente (p = 0,02 a favore di ATRA-arsenico). Rispetto al gruppo trattato con ATRA e chemioterapia, i pazienti riceventi ATRA e arsenico triossido hanno mostrato una minore tossicità ematologica e meno infezioni, a fronte di una maggiore tossicità epatica (grado 3-4: 63% verso 6%), risoltasi con l’interruzione temporanea del trattamento.

«Questi risultati suggeriscono che la LAP può essere curata senza il ricorso alla chemioterapia convenzionale», concludono gli autori dello studio, «confermando osservazioni precedenti che indicavano come ATRA e arsenico triossido possano agire sinergisticamente nell’eradicazione della malattia. Il vantaggio osservato nel gruppo ATRA-arsenico in termini di EFS necessita di essere confermato da un più lungo follow-up e appare essere dovuto essenzialmente alla ridotta mortalità da cause diverse dalla recidiva, probabilmente come conseguenza di una ridotta tossicità ematologica a fronte di una simile efficacia antileucemica».

 

Fonte: New England Journal of Medicine 

PubMed link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23841729

A cura di:

www.ematologiainprogress.net

Redazione Ematologia in progress
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